giovedì 25 novembre 2010

forchette-72“Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.

Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.  La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte”  munarifoto6-3dbf5  bb

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L’arte può essere a volte la capacità di continuare a guardare con la curiosità di un bambino forme e oggetti, costantemente alla ricerca della comprensione di come funzionano e di come sono stati creati. Questa è la ricerca e la vitalità che hanno sempre accompagnato Bruno , portando ironia e novità alla ricerca formale.
Per Bruno l’arte doveva esimersi dal riprodurre la realtà. Agli antipodi di un funzionale costruì la sua fama anche grazie ai suoi oggetti inutili, al suo esclusivamente dedicato all’equilibrio delle linee geometriche e dei colori.
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Basta pensare alla sua collezione di forchette parlanti, esempio emblematico della funzione della sua arte.
Queste forchette in acciaio inox vengono “piegate” all’espressività anche a discapito della loro usabilità. Una collezione storica, che è rimasta unica per la sua originalità. Forchette Parlanti potrebbe esserne il Manifesto di arte “inutile” o meglio di contemplazione della funzione estetica.
Queste variazioni sulla forchetta, anzi sulla forchetta come “prolunga” della mano e, in definitiva, come mano, sono state disegnate da Bruno senza nessun scopo pratico, solamente per far giocare la fantasia su di un tema apparentemente arido ma sul piano di una problematica strutturale tipicamente europea, per la fondazione di un linguaggio che garantisca il recupero.

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